giovedì 11 giugno 2015

Eros e Thanatos – Amore e odio: quando l’amore “ferisce”

In Italia, con l’approvazione del  DDL del 15 Gennaio 2009 da parte della Commissione Giustizia della Camera, a seguito di tanti eventi delittuosi, viene introdotto il reato di stalking nel Codice Penale.

Il termine inglese stalker deriva dal linguaggio tecnico della caccia: inseguire, dare la caccia, braccare, pedinare. È costituito da comportamenti come telefonate, lettere anonime, pedinamenti, minacce e aggressioni nella vita privata di un’altra persona, mettendo in atto una violazione della libertà personale.

L’attenzione verso questo fenomeno nasce negli Stati Uniti a seguito del caso di molestie ed il successivo omicidio di Rebecca Schaeffer, un’attrice televisiva uccisa nel 1989 da un ammiratore affetto da problemi mentali.

Secondo il Codice Antistalking redatto dal Congresso degli Stati Uniti nel 1992, per parlare di stalking è necessaria la presenza di alcuni elementi, quali: una condotta continuativa volta a seguire e/o minacciare; la reiterazione per almeno due volte; attenzione rivolta, oltre che alla vittima, anche ai membri della sua famiglia; consapevolezza della capacità dell’azione messa in atto di incutere timore.

Molti elementi possono preannunciare un comportamento violento, ma spesso la donna non li considera come un pericolo.

Per capire Thanatos bisogna comprendere anche Eros, attraverso lo sviluppo dell’affettività.

Lo sviluppo affettivo che un individuo attraversa nei primi anni di vita può influenzare l’evoluzione e la costruzione dell’identità.

Autori come Spitz e Bowlby hanno evidenziato le conseguenze della deprivazione affettiva durante l’infanzia, tra cui rallentamento nello sviluppo psico – fisico, gravi alterazioni della sfera affettiva, difficoltà nell’instaurare relazioni  affettive, deterioramento delle facoltà cognitive.

Dal punto di vista clinico, già la psichiatria ottocentesca aveva già evidenziato la persecuzione intrusiva legata alle relazioni affettive, mentre nel ‘900 è stata delineata la figura del persecutore “erotomane”.

Come già detto,  il fenomeno stalking è costituito da ripetute, indesiderate comunicazioni e/o intrusioni inflitte da un individuo a un altro e che producono paura e ricerca di controllo sull’altro, come succede ad esempio anche nell’esibizionismo e nella scatologia telefonica (parafilie) dove troviamo la volontà di “sorprendere” l’altro privandolo della propria libertà individuale ed entrando di forza nella sfera intima dell’altro.

Negli episodi di persecuzione ed uccisione della donna, a differenza degli omicidi seriali, avviene quando questa si rifiuta di soddisfare le richieste del partner (e/o ex) in quanto decide di uscire dalla  sfera di influenza psicologica di quest’ultimo; è in questo momento di ricerca di indipendenza e libertà che l’uomo sente che ha perso la sua “proprietà” e la non tolleranza della frustrazione del rifiuto consente loro di vedere come unica opzione disponibile il ricorso ad una violenza letale.

Caratteristica fondamentale del persecutore è quella di avere una struttura narcisistica di personalità che gli impedisce di instaurare adeguate relazioni oggettuali: per il narcisista l’altro non esiste in quanto essere autonomo con le sue esigenze, ma semplicemente come specchio per il proprio ego e per manifestare il proprio potere.

Il narcisista intrattiene relazioni con degli oggetti – sé ed evita qualsiasi scambio autentico di emozioni, proprio come fa il persecutore che, anche se dice “ti amo” all’oggetto delle sue molestie, in realtà sta pronunciando parole vuote, prive di significato, perché appunto all’altro non viene riconosciuta la possibilità di regolare il rapporto, ma deve solamente sottostare ai ritmi imposti dallo stalker.

Trasformazione della relazione d’oggetto in una relazione di potere nella quale l’obiettivo principale è il mantenimento del controllo assoluto: controllo e intrusione nelle frequentazioni e amicizie, o nelle abitudini quotidiane della donna; uso di minacce e intimidazioni; messa in atto di un comportamento possessivo formato da complimenti alternati ad atteggiamenti denigratori e svalutanti; uso continuo dei meccanismi della consapevolezza e del ricatto.

All’inizio, il soggetto perverso non cerca di distruggere la vittima, ma esercita una forma di seduzione per conquistarne la fiducia e ottenere il controllo della relazione fino ad arrivare a minacce ed intimidazioni: chiamate/messaggi insistenti; controllo economico, negli spostamenti e nelle amicizie; critiche nel modo di vestire; rimproveri davanti altre persone; critiche verso le amicizie; umiliazioni, insulti, violenza fisica e pressione psicologica.

È evidente come lo stalker utilizzi il potere all’interno della relazione sentimentale, con l’obiettivo di mantenere il controllo sul proprio oggetto sia da un punto di vista fisico che psicologico.La ricerca del potere utilizza una forma perversa di comunicazione: dapprima la conquista della fiducia della vittima attraverso un comportamento adeguatamente buono; una volta ottenuta la fiducia ogni successivo messaggio ha lo scopo di minacciare e intimidire. A lungo andare questa modalità comunicativa e l’intrattenimento di relazioni patologiche può portare ad un agito narcisistico sino ad arrivare al disturbo antisociale e alla vera e propria psicopatia.

 

Maria I. Cattolico

Psicologa

 
 

Bibliografia
BOWLBY J. (1988) Cure materne ed igiene mentale del fanciullo. Giunti Barbera, Firenze.
DE LUCA R. (1998) Anatomia del serial killer. Nuove proposte per un’analisi psico – socio – criminologia dell’omicidio seriale. Giuffrè Editore, Milano.
DE LUCA R. (2009) Donne assassinate. Dall’omicidio seriale allo stupro di gruppo, storia e fenomenologia della guerra condotta dal genere maschile contro “l’altra metà del cielo”. Newton Compton Editori, Roma.
FILIPPINI S. (2005) Relazioni perverse. La violenza psicologica nella coppia. FrancoAngeli, Milano.
KOHUT H. (1978) tr. it.: La ricerca del Sé. Boringhieri, Torino, 1982.
SERRA C. (2000) Proposte di criminologia applicata. Giuffrè Editore, Milano, 2003.
TANI C. (2003) Amori crudeli. Quando si uccide chi si ama. Armando Arnoldo Mondadori S. p. a., Milano.